... ogni angolo rimanda

alla memoria di epoche passate …

ITINERARIO
ARCHEOLOGICO

I primi abitanti dell’agro della Strada furono cacciatori che, durante il paleolitico superiore, occuparono i ripari naturali ai bordi dei terrazzi calcarenitici e lungo il fiume Mazzaro. In seguito Elimi, Fenici, Greci e Romani scelsero questo territorio per via della posizione, del clima mite e dell’abbondanza di vegetazione.

L’Itinerario Archeologico inizia dal centro storico di Mazara e seguendo il corso del fiume Mazzaro, raggiunge le colline di Salemi per poi tornare verso il mare attraverso l’agro di Campobello di Mazara.

A Mazara, lungo l’intreccio dei vicoli del centro storico, ogni angolo rimanda alla memoria di epoche passate nascondendo sotto di sé rovine e meraviglie. Esempi ne sono: il Palazzo dei Cavalieri di Malta che nelle proprie fondamenta custodisce i resti di un abitato punico del IV sec. a.C. e strutture di epoca araba e normanna,
la via ten. G.Romano con degli antichi forni ceramici di epoca medievale, la chiesetta normanna di San Nicolò Regale sotto il cui sagrato è possibile ammirare i resti di un edificio romano con ambienti termali, pareti affrescate e pavimenti musivi del III e il V secolo d.C..

Lungo il fiume, in contrada Miragghianu, si trova, uno dei più importanti ipogei del Sud, detto di San Bartolomeo o dei Beati Paoli, con i resti di una catacomba, un sacello e graffiti cristiani risalente all’VIII – IX secolo d.C..

Raggiunta la borgata Costiera, troviamo Roccazzo, con il suo insediamento eneolitico, fatto di tombe scavate nella roccia, costituite da grotticelle cui si accedeva attraverso un pozzetto cilindrico. Sul pianoro opposto, in c.da Gattolo, è stato rinvenuto un insediamento dell’età del bronzo antico (XVIII secolo a.C.).

I rinvenimenti dei due siti, insieme a quelli del Museo Civico ed altri reperti sono visitabili presso Mirabilia Urbis.

Dal Canale di Sicilia, nella primavera del 1998, anche il Satiro danzante, opera bronzea greca che potrebbe essere un originale di età ellenistica, datato tra la fine
del IV e il III sec. a.C. ed attribuibile a Prassitele o alla sua scuola. In onore di questo prestigioso ritrovamento è stato istituito il Museo del Satiro presso l’ex chiesa di S. Egidio. Nel Museo sono esposti anche altri reperti provenienti da scavi e campagne di ricerca svoltisi nelle acque antistanti la costa di Mazara del Vallo, come la Zampa di elefante.

Alle pendici di Salemi il territorio si presenta come un esteso parco archeologico: con un insediamento della tarda età del bronzo che si sviluppa sulla collina di Mokarta, una grande necropoli e un villaggio capannicolo (che costituisce un’unicità nella cultura dell’età del bronzo nell’isola).

Un altro notevole areale archeologico è quello di monte Polizzo con i resti di mura ed abitazioni, materiale fittile ed una notevole quantità d’oggetti di metallo databili dall’VIII sec. al IV sec. a.C..

Ritornando verso la costa immancabile è la visita al parco archeologico di Selinunte. Gli enormi blocchi di pietra serviti per erigere gli edifici e i templi del parco provengono da cave che gli antichi selinuntini chiamavano latomie. Le più famose sono quelle che gli arabi chiamavano ramuxara e a noi note come Cave di Cusa. Un angolo di tempo rimasto fermo per restituirci memoria di chi eravamo.